I “Picentini” furono rappresentati per la prima volta, come gruppo montuoso, in una carta geografica del ‘500 conservata nei musei Vaticani.
La colonia Picentia fu fondata dai Romani nel 278 a.C., deportando parte della popolazione adriatica dei Piceni (o Picenti).
Il sito dell’antica città si trovava nei pressi dell’odierna città di Pontecagnano, dove oggi è ubicato un ricco museo archeologico, che conserva numerosi reperti di grande importanza storica ed antropologica.
Il Territorio dei Picentini ha sempre rappresentato un insieme di storia, arte, tradizioni ed è, soprattutto, un ricco “patrimonio culturale”. Testimonianza di numerose dominazioni, nel corso dei secoli, i reperti e gli edifici che rimandano con lo stile a quei popoli.
Ed è la ricchezza di questo patrimonio culturale presente sull’intero territorio picentino che ha spinto il GAL Colline Salernitane ad aderire ad un progetto interterritoriale “Cammini e Sentieri d’Europa tra storia e spiritualità, turismo e cultura” CAM-SENT ed a due progetti transnazionali: “Rural Resilience and Mediterranean Diet in a globalized economy” CREA-MED e “Villages of Tradition” VoT; coerenti con gli ambiti tematici (AT n. 1; AT n. 3; AT n. 5).
Il turista che giunge nei Picentini potrà ammirare le bellezze artistiche e storiche presenti lungo tutto il territorio, dove ciascun comune ha le sue tradizioni, che si perpetuano nel tempo, ed i suoi eventi folkloristici; alcuni anche caratterizzati da unicità rispetto al contesto regionale (es: Festival del cinema per ragazzi, Palio delle frazioni, Tiro al caciocavallo, Festa della montagna, ecc).
Cominciando dalla città delle cento acque: Acerno, si potrà visitare: la Cattedrale di San Donato: in stile barocco, con campanile a più piani e cuspide a bulbo; la chiesa di Santa Maria degli Angeli: con altari in marmi policromi e di San Donato; la chiesa di S. Maria del Suffragio: conosciuta come Chiesa dei Morti, risalente al 1639; Santuario della Madonna delle Grazie: edificato nella prima metà del ‘600; la Chiesa di San Matteo: tra le più antiche di Acerno, (pesantemente danneggiata dal sisma del 1980); Ex convento e la Chiesa di Sant’Antonio: conserva al suo interno quadri attribuiti a Luca Giordano; Chiesa della Madonna del Carmelo: risalente al XVI secolo. Le tradizioni locali sono: la Festa della fragolina di bosco,la Sagra della castagna e la Festa della montagna.
Scendendo verso valle si giunge a Montecorvino Rovella dove si possono ammirare: il Duomo dedicato ai SS. Apostoli Pietro e Paolo, il più antico tempio cittadino, risalente al 1274 e costruita sulle rovine dell’ Abbazia di San Simeone, risalente all’anno Mille; la Chiesa di San Rocco, risale agli inizi del ‘700 ed è sede della Confraternita del SS. Rosario e S. Rocco; la Chiesa di Santa Maria della Pace, edificata nel 1518 a sancire la pace tra le famiglie degli Arminio di Nuvola e Damolidei della Frazione Ferrari; la Chiesa di Sant’Ambrogio, di epoca longobardo, sebbene sia incerta l’anno della sua costruzione ( le prime notizie risalgono al 1308); la Chiesa di Sant’Eustachio, che risale al 1536 e custodisce una copia della statua di Maria SS. dell’Eterno; la Chiesa di Santa Maria degli Angeli dei Padri Cappuccini; la Chiesa di San Lazzaro con portale, costruita nel XVII secolo e il Santuario di Maria SS. dell’Eterno, edificata nel 1623 a seguito del ritrovamento di un’icona della Madonna. Le tradizioni presenti a Montecorvino Rovella sono: la Sagra della braciola; Sagra della nocciola di Occiano, la storia di Maria Teresa Damolidei e Davide D’Arminio, Romeo e Giulietta di Montecorvino e la famosa leggenda della Sonnambula di Montecorvino.
Ad Olevano Sul Tusciano, cittadina che dista quattro chilometri da Montecorvino Rovella, famosa è la Grotte di San Michele (Complesso monumentale con affreschi e pitture sulle pareti della grotta). Inoltre si possono visitare: la Cella di San Vincenzo, monastero immerso tra castagneti e uliveti sul sentiero che conduce alle Grotte; il Convento di Santa Maria di Costantinopoli, risalente al XVI secolo; la Curtis di Santa Maria a Corte, di epoca longobarda, che ospita i resti di una Chiesa ed una cappella risalenti al IX e XI secolo; la Chiesa parrocchiale di S. Maria a Corte (1600); la Chiesa parrocchiale di San Leone Magno (1700); la Chiesa parrocchiale di Santa Lucia (1700); la Congrega di Santa Regina in borgo Monticello (1470); la Cappella di Santa Maria delle Grazie in Monticelli (1746); la Congrega di San Giacomo in Ariano (1400); la Congrega di San Rocco in Ariano (1889); la Cappella di San Rocco (ruderi): vicino al fiume Tusciano, che conserva i resti di affreschi e decorazioni a stucco; la Cappella della Madonna della Neve (1500); la Congrega di Santa Maria del Soccorso: il borgo di Salitto (1515), con scala monumentale in pietra locale; la Cappella di Maria Santissima del Rosario il borgo Valle di Salitto (968); la Cappella della Madonna delle Grazie; il borgo di Capo casale di Salitto (1500). Anche qui diverse sono le tradizioni che si tramandano nel tempo: il Carnevale dei Poveri (sfilata delle maschere raffiguranti i dodici mesi dell’anno a dorso d’asino con funerale di re Carnevale); la Festa di San Michele Arcangelo (29 settembre, celebrazione liturgica in grotta e l’8 maggio processione dal paese alla grotta); il Tusciano Art e Music Festival (da recuperare); la Saga di Nardantuono (rappresentazione brigantesca in località Cannabosto (luglio e agosto).
Nella città dove si venera la Sacra Spina di Nostro Signore, Giffoni Valle Piana, sono presenti numerosi complessi storici, che segnano il tempo e le dominazioni, quali il Convento di San Francesco: (un complesso costruito a cavallo tra il ‘200 e il ‘300); il Santuario di Santa Maria di Carbonara (nato come Convento nel 1490, in stile romanico e decorato da pitture murali del ‘500); la Chiesa madre della SS. Annunziata, che ospita la Sacra Spina, reliquia della Passione di Cristo, e una pregiata Via crucis del XVII secolo; l’antica chiesa di Santa Maria a Vico edificata su una basilica romana; il Convento dei Padri Cappuccini (eretto tra il 1584 e il 1588 che custodisce i resti di Santa Feliciana). Salendo verso le frazioni superiori di Giffoni Valle Piana, troviamo Catelde, dove è ubicata la chiesa di San Martino, (oggi aggregata alla parrocchia di San Giovanni). La chiesa di San Martino è una delle più antiche del territorio. Lo attesta un atto dell’anno 1010, dove troviamo scritto “S. Martino in pertinentis Iufuni”.
Anche Giffoni ha la sua tradizione: il “tiro al caciocavallo”, che si svolge il Martedi in Albis, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. “Su di una sponda del torrente del Riosecco (ormai in secca, come dimostra lo stesso nome), fanno bella mostra di sé caciocavalli appesi ai rami degli alberi; sulla sponda opposta, ad una nutrita schiera di cacciatori, veri o dilettanti, viene offerta, dietro congruo pagamento, la possibilità di sparare contro un bersaglio opposto che, se centrato, diventerà appannaggio del cacciatore, che lo userà come trofeo”.
Inoltre c’è l’evento che rende la città di Giffoni Valle Piana famosa in tutto il mondo, e che vede la presenza di migliaia di bambini provenienti da tutto il pianeta invadere le strade cittadini: il Giffoni Experience (festival internazionale del Cinema dei ragazzi).
A Montecorvino Pugliano, città che dista pochi chilometri da Salerno, ricco è il patrimonio culturale da poter visitare, cominciando da: il Convento di Santa Maria, (ora sede municipale); la Chiesa di Sant’Antonio con chiostro a pitture murali sulla vita di San Francesco; la Chiesa della Madonna dell’Arco; la Chiesa di Santa Lucia, edificata nel luogo dove fu ritrovata un’effige della SS. Vergine nel 1734; la chiesa di Santa Tecla, che conserva un organo ligneo databile 1883; la Chiesa di San Michele Arcangelo: ricostruita nel 1670 su una navata della Chiesa originaria (1161); la chiesa di San Bernardino in stile barocco, che conserva una tela del 1765 raffigurante il Paradiso. Molto sentito dai cittadini locali è il tradizionale “Palio delle Frazioni”, dove a sfidarsi sono i cittadini delle varie frazioni, ciascuna delle quali avrà assegnato un nome di un animale. E’ una competizione ludico-sportiva che vede protagonisti soprattutto i bambini del posto.
Castiglione del Genovesi è il comune picentino che, insieme a quello di Acerno, godono di una posizione più alta, rispetto agli altri e questa ubicazione geografica favorisce la presenza, soprattutto d’estate, di numerosi visitatori.
Castiglione del Genovesi è famoso per aver dato i natali, nel 1713, all’abate, filosofo ed economista Antonio Genovesi, sommo esponente dell’illuminismo partenopeo. Oggi la “casa natale” del Genovesi è un museo ben custodito e tanto frequentato dalle scolaresche di tutta la provincia di Salerno. Castiglione del Genovesi, in passato, ha aderito all’Associazione Nazionale dei Castiglioni d’Italia, ospitando più volte i sindaci dei comuni omonimi e a sua volta è stata ospite dei loro colleghi.
Ma il fiore all’occhiello di Castiglione del Genovesi è il Monte Tubenna a 700 metri s.l.m., dove è ubicata l’Abbazia benedettina di Santa Maria di Tubenna (costruita probabilmente nel XII secolo sulle rovine di un preesistente tempio pagano) e da dove è possibile ammirare un panorama mozzafiato.
San Cipriano Picentino Il paese che è collocato su di una collina alle pendici orientali del Monte Monna ed è composta da frazioni: Vignale, Pezzano, Filetta e Campigliano. Si estende sulla collina di Montevetrano (antico castello di epoca romana, edificato a scopo militare), dove è presente il vigneto che è famoso nel mondo, da cui si produce il superlativo: vino Montevetrano IGT. Oggi, il vino di Montevetrano è, in piccole quantità, su tutti i mercati del mondo e nelle “carte” dei migliori ristoranti stellati.
San Cipriano Picentino è noto anche per aver ospitato due celebri intellettuali italiani: il poeta Jacopo Sannazaro ed il filosofo Benedetto Croce.
La tradizione che vede la presenza di migliaia di persone, provenienti non solo dai comuni limitrofi, ma dall’intera provincia è la sagra della castagna, all’interno della quale si tiene il Palio del ciuccio, che vede protagonisti gli asini, montati dai fantini delle diverse contrade del paese.
San Mango Piemonte è situato ai piedi del Monte Stella ed è a circa 10 Km da Salerno. Con la sua posizione geografica è al centro di un sistema viario che permette al turista di poter raggiungere in poco tempo la zona costiera, la Valle dell’Irno e i monti Picentini.
Tradizione vuole che San Mango, vescovo di Trani, durante le persecuzioni di Dacio nel 252 d.C. per evitare di cadere nelle mani dei persecutori, e nel suo lungo peregrinare, si sia fermato nel comune picentino, dove abbia trovato dimora in una grotta naturale, successivamente indicata dal santo per erigere un eremo (oggi meta di tanti pellegrini).
Durante il periodo natalizio, San Mango Piemonte è meta di numerosi turisti provenienti da tutta la provincia di Salerno, per il tradizionale “presepe vivente”, che vede protagonisti gli abitanti del posto, i quali offrono ai visitatori i prodotti della tradizione locale, preparati al momento, da mani esperte, accompagnati da una Mela Annurca IGP, frutto regina dei Picentini.
Giffoni Sei Casali è legata alla figura di Giustino Fortunato (scrittore, storico, prima deputato e poi Senatore, nato a Rionero in Vulture nel 1848), che vi dimorò per molti anni e descrisse, con maestria, quegli amati luoghi, rendendo il suo “reportage”, ricco di reminiscenze storiche ed impressioni personali. Oggi è possibile ripercorrere gli stessi sentieri, realizzati dal GAL, il “sentiero di Giustino Fortunato” i cui lavori furono eseguiti dalla Comunità Montana Monti Picentini, e fruibili in totale sicurezza, ripercorrendo i luoghi ed ammirando i paesaggi, tanto cari a Giustino Fortunato.
Giffoni Sei Casali, con l’antico borgo di Sieti, denominato “paese albergo”, durante l’anno ospita numerosi visitatori, i quali scelgono questo ameno luogo per soggiornare e poi spostarsi e visitare l’intera Regione Campania.
Il visitatore che giunge in questi luoghi, può ammirare le 15 opere di artisti contemporanei, che costellano l’intero comprensorio comunale: è il MAAG, il museo di arte ambientale di Giffoni Sei Casali, unico museo urbano a cielo aperto della Campania.
Scheda a cura del GAL Colline Salernitane - Responsabile Comunicazione.